Legambiente e Rete Irene unite per diffondere la cultura della riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente.
Legambiente e Rete Irene hanno deciso di scendere in campo insieme con l’obiettivo di coinvolgere tutte le parti interessate dal condominio, amministratori di condominio, progettisti, imprese del settore, cittadini e istituzioni, considerando che una delle cause principali dell’inquinamento ambientale è dovuto alla scarsa riqualificazione energetica degli edifici.
L’ultimo rapporto di Legambiente Mal’aria 2017 conferma che anche a gennaio di quest’anno sono troppe le città che hanno superato limite giornaliero previsto per il PM10.
Manuel Castoldi, Presidente di Rete IRENE, commenta che la riqualificazione efficiente del patrimonio edilizio esistente porterebbe molti benefici in termini di qualità dell’aria, salute delle persone, economia, posti di lavoro che potrebbero crearsi e risparmi in bolletta per le famiglie.
Legambiente evidenzia che dovrebbe essere interesse di tutti i cittadini cooperare per il miglioramento della qualità dell’aria che respiriamo e per la diminuzione delle emissioni di carbonio, ma è necessario diffondere una vera e propria cultura della riqualificazione: basti pensare che in Italia la spesa pro capite per il riscaldamento della casa è il 50% maggiore rispetto alla media europea e le emissioni primarie di particolato prodotto da impianti domestici e condominiali sono tre volte superiori a quelle dei trasporti.
L’obiettivo comune delle due associazioni è quello di coinvolgere cittadini e associazioni nel necessario cambiamento di rotta, dalla riqualificazione integrata dell’involucro e degli impianti si può infatti migliorare l’efficienza energetica dell’intero edificio aumentando il benessere e naturalmente il valore dell’immobile.
A questo proposito ricordiamo che Il Mise ha deciso di anticipare i contenuti del decreto caldaiette.
Tra gli impegni assunti dal Mise per la lotta allo smog sono previsti 900 milioni di incentivi per la rottamazione delle caldaie.
Intanto per iniziare a contrastare la situazione critica, è prevista l’applicazione del “decreto caldaiette” che mette in campo 900 milioni di euro: 700 destinati ai privati e 200 agli edifici pubblici per l’efficienza energetica delle caldaie. Il decreto stabilisce la classificazione degli impianti a seconda alle emissioni prodotte. Per l’acquisto di quelli meno inquinanti sono in arrivo contributi che copriranno fino al 65% della spesa.
Sono molte le regioni che stanno investendo nella riqualificazione energetica :
200 milioni per l’efficienza energetica degli edifici pubblici in Puglia
Il bando è destinato alla riqualificazione efficiente di case popolari, scuole, edifici pubblici e ospedali, mette a disposizione 200 milioni per l’efficientamento energetico di edifici pubblici, case popolari, scuole e ospedali.
l bando europeo dà la possibilità di efficientare edifici già esistenti, riqualificando l’involucro esterno e di intervenire anche sulle dotazioni impiantistiche, dando in ogni caso nuovo ossigeno a spazi al momento poco funzionali.
In Umbria 8 mln euro per efficientamento edifici scolastici
Via libera agli interventi in dieci scuole per la ristrutturazione e il miglioramento degli edifici scolastici umbri.
Nel Piano 2015-2017 per l’edilizia scolastica rientrano diversi interventi selezionati fra quelli presentati dagli Enti locali umbri per il bando regionale del 2015 che interessano lavori di ristrutturazione, messa in sicurezza, adeguamento sismico, miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici, completamento dei lavori già iniziati e non completati per mancanza di finanziamento, costruzione di nuovi edifici.
Tra gli strumenti di promozione dell’efficienza energetica in edilizia attivi a livello nazionale vengono evidenziati il Conto Termico, le detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio, Fondi Strutturali già programmati e in programmazione.
In conclusione una riqualificazione efficiente e capillare del patrimonio edilizio esistente forse non risolverebbe del tutto il problema dello smog in Italia ma probabilmente eviterebbe il rischio, che a quanto pare è molto alto, di una possibile sanzione al nostro paese da parte dell’Unione Europea, stimata potenzialmente sino ad un miliardo di euro, a causa della continua violazione delle norme sulla qualità dell’aria.
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